sabato 20 aprile 2024

RECENSIONE "FAME D'AMORE" di Francesca Cilumbriello

 

Buongiorno follower, buon sabato!
Recensione: "Fame d'amore: La mia lotta" dell'autrice 
Francesca Cilumbriello. A cura di Andrea Macciò.


Autore: Francesca Cilumbriello

Genere: Raccolta - Diario

Disponibile in ebook a € 4,64

E in formato cartaceo a € 14,49

Contatti autore: Facebook - Instagram 




Fame d’amore: la mia lotta è il libro d’esordio di Francesca Cilumbriello, educatrice professionale ed ex insegnante di Viareggio. 
Fame d’amore è una raccolta in forma di diario, ambientata tra l’estate e l’autunno del 2005, nella quale l’autrice descrive l’esperienza di una donna adulta e dalla vita inserita in quella che è considerata la “normalità” sociale (è sposata con una figlia e lavora come insegnante precaria di filosofia e scienze umane) con l’anoressia e i disturbi del comportamento alimentare, che hanno iniziato a segnare la sua vita a quattordici anni e periodicamente si sono ripresentati nel corso della sua esistenza.
Un tema delicato e molto attuale, considerato che oggi ne soffrono molte ragazze adolescenti, e che i DCA cominciano a essere diffusi anche tra i maschi della stessa età, le donne e gli uomini adulti. 
Le diverse tipologie di disturbo del comportamento alimentare (l’anoressia, la bulimia e il binge eating, ovvero il mangiare in maniera compulsiva) spesso si manifestano a fasi alterne nella stessa persona.
Fame d’amore non è un trattato redatto da esperti del settore, né una storia romanzata, ma rappresenta piuttosto la trascrizione in forma di monologo interiore di pensieri, sensazioni ed emozioni vissute dalla protagonista Martina nel periodo tra luglio e novembre 2005. 
Oggi ci sono molti pregiudizi sociali sulle ragazze affette da disturbi del comportamento alimentare, che il senso comune attribuisce di solito all’aspirazione a raggiungere modelli di bellezza e perfezione fisica proposti dai mezzi di comunicazione di massa e dai social network.
La raccolta di pensieri di Francesca Cilumbriello è uno spaccato di vita realmente vissuta, e per questo la sua lettura può indurre emozioni molto intense e per le persone che hanno sofferto situazioni simili una sorta di identificazione con i tormenti e le contraddizioni di Martina. Il diario è impostato non come narrazione cronologica, ma rappresentando trasversalmente gli stati d’animo di Martina, attraverso i quattro capitoli “Le mie eterne ossessioni” “I miei piccoli e grandi attimi di felicità” “Momenti di depressione” e “Riflessioni”.
Da questo racconto appare come la causa scatenante dei disturbi del comportamento alimentare non sia solo la ricerca ossessiva di canoni di perfezione estetica, ma sia piuttosto una sorta di silente richiesta di aiuto da parte di persone che sentono più di altre la difficoltà ad adeguarsi a modelli sociali che possono essere di bellezza ed estetici, ma anche relativi agli “obblighi sociali” del matrimonio, del lavoro, della maternità. 
Tutto questo è narrato con grande intensità in Fame d’amore, dove emerge come l’ossessione per l’aspetto fisico e il cibo della protagonista esprima la sua difficoltà a riconoscersi in una normalità sociale nello stesso tempo inseguita e vissuta con disagio e sofferenza anche negli aspetti apparentemente appaganti, come la maternità, la vacanza al mare, il rapporto con gli studenti, il matrimonio.
Leggendo questo libro non è difficile comprendere come nei meccanismi mentali e le fragilità raccontate dalla protagonista si possano riconoscere anche persone non apertamente affette da disturbi del comportamento alimentare. 
La sottile linea rossa sulla quale Martina cerca di restare in equilibrio è quella dove si muovono tutti. 
Un libro coraggioso che esce dalla retorica del pensiero positivo e della performatività oggi dominante: Martina riesce a trovare un suo precario equilibrio di vita solo accettando totalmente le sue fragilità e mettendo al primo posto il suo benessere psichico, una scelta che ancora oggi è vista dalla società con un velo di sospetto per una donna con una figlia. 
Il libro è un invito a guardare oltre le apparenze: anche se in apparenza una ragazza può manifestare problemi del comportamento alimentare che sembrano partire dall’inseguimento di modelli inarrivabili di perfezione estetica, c’è sempre dietro una grandissima sofferenza interiore, una “fame d’amore” inappagata che la stessa persona che ne soffre si sforza di celare alla vista degli altri, fino a rischiare di crollare del tutto.
Fame d’amore: la mia lotta è una lettura di grande intensità emotiva che riesce a portare chi legge dentro la mente delle ragazze e delle donne che soffrono di anoressia e altri disturbi del comportamento alimentare, che oggi stanno aumentando forse proprio perché i modelli sociali, siano essi estetici o di comportamento, con l’avvento dei social network stanno diventando potenzialmente molto più invasivi che in passato, aiutando a liberarsi dai pregiudizi sociali che ancora pesano su chi soffre di questi disturbi.


martedì 16 aprile 2024

RECENSIONE "IL DUCA E LA ZITELLA" di Valentina Piazza

 

Buon pomeriggio, amici lettori!
Recensione: "Il duca e la zitella" dell'autrice Valentina Piazza. 
A cura di Silvia Cossio.



Autore: Valentina Piazza

Genere: Romance storico

Disponibile in ebook a € 0,99

E in formato cartaceo a € 12,48

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Inghilterra, 1814.
“Trovo sia molto meglio essere in bilico tra la più sfrenata libertà – quella di cui godono gli uomini – e la galera, su quel confine labile ed effimero in cui si trovano le donne non sposate, piuttosto che languire nel vincolo matrimoniale, con i polsi legati e un anello al dito.
Consiglio a tutte le fanciulle di guardarsi in modo particolare da chi, celato dietro a modi freddi ma raffinati, veleggia di ballo in ballo, rapendo i cuori delle dame, senza mai professarsi a favore di una o dell’altra, e di diffidare da quei gentiluomini per cui una donna vale l’altra, come ad esempio il duca di Marlborough.”
Emaline Lawrence, figlia di Sir Dominic Lawrence.
Intervista rilasciata per il Daily Courant.

Frederick Drake Spencer - Churchill, VII duca di Marlborough non può credere ai suoi occhi: come ha osato Emaline pronunciare quelle menzogne su di lui?
Eppure, ogni volta che si incontrano si scatenano scintille: duelli a fior di labbra che si trasformano in baci appassionati.
Segreti, battibecchi, amore e passione si mischiano tra loro, in un vischioso sentimento che riesce a mettere in dubbio le più profonde convinzioni di Emaline e i più fermi propositi di Frederick.
Cedere alla tentazione, però, non porta solo dolcezze, ma anche guai… 



Emaline Lawrence, ventotto anni, figlia di sir Dominic Lawrence, baronetto, e di Lady Daisy Lawrence. Una ragazza dal carattere ribelle, impertinente e birichino, poco convenzionale e piuttosto libera, senza peli sulla lingua e dai modi vivaci. Una zitella per quei tempi, ma per scelta. Non vuole saperne di sposarsi, sta bene come sta, per la disperazione della madre.
La sua tempra spigolosa e battagliera, però, rischia di metterla nei guai e di compromettere il buon nome della sua famiglia.
Sembra nutrire una particolare antipatia per Frederick Drake Spencer, VII duca di Marlborough. Forse a causa della famosa giornata allo stagno? 
Frederick, indisposto dal fatto che tutti vorrebbero vederlo sposato, non sa cosa desidera. È consapevole che per chi ha nobili natali, il matrimonio, spesso, è un affare, un mero contratto di convenienza, senza spazio ai sentimenti. Si sente inspiegabilmente attratto da Emaline e la cosa non sfugge allo sguardo - o meglio, al binocolo 😂 - di zia Elfrida, che quando si mette in testa qualcosa nessuno osa contraddirla. Nulla si può contro la sua volontà.
Tra incontri casuali e qualche ballo di troppo, con il benestare di entrambe le famiglie, sembra che i due non riescano a stare lontani: si girano intorno, si punzecchiano… Ci penserà il destino, quantomeno così sembra, a favorire un loro avvicinamento, a fornire su un piatto d’argento la spinta decisiva. Galeotto fu un bacio. 
I due dovranno destreggiarsi tra pettegolezzi e segreti. Non mancheranno le difficoltà, ma sapranno affrontarle a testa alta e la loro unione, vista male da molti, si rivelerà vincente. 
In questo romanzo, l'autrice porta avanti una seconda storia d’amore, quella tra Lord Osmund Talbot, VIII conte di Shrewsbury, amico di Frederick, e Miss Prudence Sharp, la più cara amica di Emaline. Sebbene ostacolati dalla zia di lui, Lady Meredith Onor Thynne, Marchesa di Bath, il lieto fine sarà garantito anche per loro.
Premetto che non amo particolarmente la storia, una materia per me ostica fin dai tempi della scuola, pertanto non sono in grado di formulare giudizi sul periodo descritto. Il mio parere, dunque, coprirà altri aspetti: la storia in sé, lo stile dell’autrice, la piacevolezza della lettura nella sua totalità. Che dire? Tutti degni di nota. Per me, è sempre un piacere leggere i libri di Valentina Piazza e confermo il mio parere positivo sul suo operato.
Libro consigliato.

PS: Pero, mica solo complimenti e lodi, eh! A pag 195 si legge:

«Io non ho emesso alcun grazioso mugolio» ribatte Emaline, col viso in fiamme.
«Oh sì, invece, e non vedo l’ora di risentirli.» Frederick le accarezzò un seno, poi scese più giù e le circondò i fianchi con le mani.
«Cosa intendi fare?» gli domandò… 

Voglio dire, questi sono sposati da diverse settimane e lei si è rifatta del tempo perso... Possibile che se ne venga fuori con questa frase? 😂 Non sarà mica un'altra a cui bisogna fare un disegnino? 😂

PS2: Adesso aspetto la storia di Andrew Hasting, XVI barone di Hungerford, personaggio che indubbiamente incuriosisce. 


venerdì 12 aprile 2024

RECENSIONE "FINO ALL'ULTIMA SALITA" di Cristina Cappellini

 

Buongiorno follower, buon venerdì!
Recensione: "Fino all'ultima salita" dell'autrice Cristina Cappellini, 
edito Puntoacapo Editrice. A cura di Andrea Macciò.


Autore: Cristina Cappellini 

Genere: Narrativa

Casa editrice: Puntoacapo Editrice

Disponibile in formato cartaceo a € 20,00
A breve anche in ebook 

Contatti autoreInstagram 



TRAMA:

Ester non avrebbe mai pensato che un servizio di chiusura del telegiornale l’avrebbe portata a una corsa affannata tra la Francia e l’Italia, per riavvolgere il nastro della sua vita e tornare all’origine di un dramma mai superato e di un amore interrotto bruscamente.

Dal mare della Costa Azzurra al Triangolo Lariano, passando per Roma e altri luoghi significativi, si dipana un viaggio destinato a coinvolgere molte persone e a mettere in ordine le tessere di un mosaico fatto di accadimenti e di forti emozioni, nella ricerca della verità. Perché una vita senza verità è solo una vita a metà. 



Fino all’ultima salita è la storia di Ester Vivaldi, affermata giornalista originaria di Soncino, borgo in provincia di Cremona. Alcuni anni prima Ester, che sognava di fare l’attrice, si è trasferita in Costa Azzurra dove lavora per la pagina di cinema e spettacolo di un’importante rivista.
Un’attività grazie alla quale ha la possibilità di viaggiare molto frequentemente e di condurre una vita in continuo movimento, senza fermarsi un attimo, sempre con la valigia pronta. Dopo aver visto per caso in un servizio al telegiornale l’attore Max Porteri, del quale era stata innamorata nell’adolescenza, un amore bruscamente interrotto dalla tragica scomparsa del fratello di Max, Johnny, annegato nel fiume tra Soncino e Orzinuovi nel 1995, ventitré anni prima, Ester decide di prendersi una pausa dalla sua vita attuale e guardare ai nodi irrisolti del suo passato.
Un evento inatteso porta quindi la protagonista a chiedersi se l’esistenza iperattiva e frenetica che ha condotto per molti anni, non solo dal punto di vista del lavoro, ma anche da quello dell’instabilità sentimentale, non sia stata piuttosto una fuga da un passato sepolto troppo in fretta senza che sia stata fatta piena luce sui tragici accadimenti del 1995.
L’improvviso ritorno di Max nella sua vita riaccende la nostalgia non solo per il suo primo grande amore, ma anche per la rassicurante e tranquilla vita “di provincia” dove ha trascorso la sua adolescenza.
Senza dare troppe spiegazioni, neppure al collega e amico della redazione sportiva Didier, Ester parte per un lungo viaggio tra Costa Azzurra, Milano, Roma e il “triangolo lariano” per conoscere finalmente la verità su quella notte di ventitré anni prima e forse ritrovare il suo antico amore adolescenziale. Dal passato ricompaiono non solo Max, ma anche i suoi genitori Alfonso e Rosa - quest’ultima devastata dalla depressione dopo la scomparsa di Johnny - le amicizie dell’adolescenza, l’ambigua Vanessa, la ragazza che occasionalmente era la baby-sitter di Johnny e Irene, la zia di Max che forse è l’unica ad avere le risposte.
Fino all’ultima salita è una storia che pur non essendo un giallo classico ruota attorno a un mistero evocato nel prologo, un mistero i cui tasselli si costruiscono nel corso del suo viaggio a ritroso nell’esistenza. La storia si svolge con continui rimandi tra il 1995, l’anno nel quale si è consumato il breve e intenso amore tra Ester e Max Porteri, conosciuto proprio a un laboratorio teatrale, e il tempo “presente” del 2018.
La verità si svela gradatamente, come appunto in un mistery, e si intreccia agli altri temi, come la contrapposizione tra la vita frenetica e iperattiva della Costa Azzurra e la nostalgia per il luogo degli affetti e dell’adolescenza rappresentato da Soncino. A quindici minuti di navigazione da Cannes, c’è la piccola isola di Saint Honorat, che simboleggia il “rifugio” di Ester quando vuole isolarsi dal mondo frenetico e luccicante nel quale ha scelto di vivere.
Nel libro ci sono anche personaggi minori di grande interesse, ai quali l’autrice dedica piccoli cammei, come il fotografo incontrato da Ester a Como, uno dei passi più romantici e suggestivi del libro, o la collega di origine americana Hana. Lo stesso titolo, e la metafora “ciclistica” che sembra contenere, si svelano in un piccolo passaggio finale del libro. I personaggi principali, Ester e Max, sono quindi psicologicamente molto accurati e approfonditi e il loro rapporto irrisolto è uno dei temi portanti di questo romanzo caratterizzato da una scrittura accurata, da una costante tensione narrativa e da affascinanti descrizioni ambientali.

martedì 9 aprile 2024

RECENSIONE "LIBRERIA LA LAUNDERETTE" di Maria Cristina Lonardi

 

Buongiorno follower!
Recensione: "Libreria La Launderette" dell'autrice Maria Cristina Lonardi, 
edito InSpire Edizioni. A cura di Silvia Cossio.


Autore: Maria Cristina Lonardi
Genere: Narrativa

Casa editrice: InSpire Edizioni
Collana: Il terzo tempo dell'amore

Disponibile in ebook a € 2,99
E in formato cartaceo a € 15,20 

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Provenza, estate 2010.
Franc ha settantatré anni e le ginocchia scricchiolanti, ma quando la sua amica lo chiama inforca la bicicletta e accorre in suo soccorso. Marguerite, di tre anni più giovane, ha condotto una vita in viaggio, alla ricerca costante di nuove esperienze ed emozioni. Alla fine, è tornata in pianta stabile a Bellevue per aprire la libreria La Launderette.
Amici fin dall'infanzia, Franc e Marguerite hanno trascorso mezzo secolo lontani e vicini, opposti ma complici, differenti in mille modi e uniti in mille e uno. La vita che li ha tenuti a lungo distanti potrebbe regalare loro un finale inaspettato.
La penna avvolgente dell’autrice ci trascina in una storia d’altri tempi eppure attuale, che profuma di mare, lavanda e ricordi agrodolci. Racconta le vicissitudini di un paese abitudinario alle prese con la modernità, all’ombra dell’eterno confronto tra gioventù e vecchiaia. Da leggere con il sorriso, a qualsiasi età. 



Protagonisti della storia Franc Durand, un pensionato di settantatré anni, tuttofare, un po’ brontolone e vecchio stile, e Marguerite Blanchet, alias Pence - questo il soprannome che lui le ha dato -, sessantanovenne proprietaria di una libreria a Bellevue. Una donna vintage, estrosa, che, a differenza di lui, vive a pieno la sua vita, senza dare peso alla sua età. Uno spirito ribelle. 

Un connubio di disastri tale da tramortirti con la forza di un treno merci. Questa donna li attira, i guai, non c’è altra spiegazione, e se non le piovono addosso, li va a cercare.

Se battibecco ancora con lei è perché, dopo sessant’anni, le nostre schermaglie continuano a essermi care e mi fanno sentire giovane. È come se protestare, lamentarsi e bisticciare servisse davvero a qualcosa, come se potessimo cambiare il mondo, con la giusta disposizione d’animo.

Lei è movimento, lui staticità.
Diversi come il giorno e la notte.
Amici da sempre, forse qualcosa di più. Un tira e molla che si protrae da cinquant’anni. Un legame che supera le avversità. 
Due persone che, ognuno a modo proprio, hanno molto da insegnare.
Una storia di seconde possibilità, con una vena malinconica.

Giovinezza e vecchiaia, ieri e oggi, obiettivi e traguardi, speranze e desideri, lasciando solo me, la natura e i ricordi alle spalle.

Tra vecchi amori, ricordi agrodolci, errori e incomprensioni, l’autrice pone l’accendo sulla diversità tra gioventù e vecchiaia e dà voce a dei protagonisti che normalmente vengono relegati alla parte di “comparse”, ovvero gli utili ma non indispensabili personaggi secondari. Una fascia spesso sottovalutata, ma che invece rappresenta una risorsa, una guida per le nuove generazioni.
Una storia con una prospettiva diversa, quindi, vista dagli occhi di persone non più giovani, ma con ancora molto da offrire e che, dalla loro, hanno la consapevolezza e la maturità data dall’esperienza.
Una storia che ci ricorda che l’amore non ha età.
Una lettura che ho apprezzato molto e che consiglio.
Complimenti all’autrice Maria Cristina Lonardi.


mercoledì 27 marzo 2024

RECENSIONE "PER IL MIO BENE" di Ema Stokholma

 

Buongiorno follower!
Recensione: "Per il mio bene" dell'autrice Ema Stokholma, edito 
HarperCollins. A cura di Monica Burel.



Titolo: Per il mio bene 

Autore: Ema Stokholma

Genere: Autobiografico

Casa editrice: HarperCollins 

Disponibile in ebook a € 3,99 

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

"Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”. La persona che dovrebbe esserle più vicina, che dovrebbe offrirle amore e protezione e invece sa darle solo violenza e odio. La picchia, la insulta, le fa male sia nel corpo che nell’anima. A lei e a Gwendal, suo fratello, di pochi anni più grande. Morwenn prova a fuggire, ma la società non lascia che una bambina così piccola si allontani dalla madre, e tutti sembrano voltarsi dall’altra parte davanti alle scenate, ai “conti che si faranno a casa”, ai lividi. Così, aspettando e pregando per una liberazione, Morwenn imparerà a mettere su una corazza, a rispondere male ai professori, a trovare una nuova famiglia e un primo amore in un gruppo di amici, a usare la musica per isolarsi e proteggersi. Finché, compiuti quindici anni, riuscirà finalmente a scappare di casa e a intraprendere il percorso, fatto di tentativi ed errori, che la porterà a diventare Ema Stokholma, amatissima dj e conduttrice radiofonica.



Libro autobiografico. Libro difficile con tematiche difficili e pesanti.
Ema, che realmente si chiama Morwenn, ha un fratello più grande di lei, Gwendal. Entrambi vivono con la madre in Francia, mentre il padre, Antonio, vive in Italia. La madre li insulta, li picchia ad ogni occasione. Morwenn cercherà di scappare anche se è solo una bambina. Il fratello subirà senza fiatare. I tre cambieranno abitazione e si stabiliranno a Rennes. Da qui la Morwenn quattordicenne scapperà in modo definitivo da casa. Raggiungerà Roma dove abita Antonio e da lì percorreremo con lei la sua vita tra alti e bassi, tra chiari e scuri, tra droga, alcol, cambi di "fidanzati" continui. Ci sarà una riconciliazione con il fratello e inizierà un rapporto "sano" cosa che non hanno mai avuto fintanto che hanno abitato con la madre.
Dopo le prima pagine volevo abbandonare questo libro. Troppo "cattivo" anche perché fin troppo vero. La violenza che una madre perpetra ai danni dei propri figli fa di lei un mostro. E non mi si venga a parlare che se la madre stessa ha vissuto questo in passato è una "scusante"! Ci sono persone che non dovrebbero mai diventare genitori. Ma, ahimè, le leggi della natura non le faccio io.
La protagonista dopo aver toccato il fondo è stata veramente brava non solo a risalire, ma anche a riconoscere di avere bisogno di aiuto. Soprattutto perché purtroppo anche lei rischiava di cadere nel vortice della violenza.
In fin dei conti, seppur con fatica, ho fatto bene a finire il libro. In quanto a consigliarlo direi di ni…


sabato 23 marzo 2024

RECENSIONE "LA SCELTA DEL GATTO" di Matteo Rampin

 

Buongiorno follower, buon sabato!
Recensione a cura di Silvia Cossio: "La scelta del gatto" dell'autore 
Matteo Rampin, edito Ponte Alle Grazie. Con la collaborazione 
di Laura Fanna e Matteo Loporchio. 


Sottotitolo: Lezioni feline sull'arte di vivere 

Autore: Matteo Rampin 

Genere: Raccolta

Casa editrice: Ponte Alle Grazie

Disponibile in ebook a € 7,99
E in formato cartaceo a € 7,01



TRAMA:

I gatti sono creature affascinanti e insieme inquietanti, animali di casa ma pur sempre selvatici, sfuggenti, ambigui e mai scontati. Sanno sorprenderci e proprio per questo osservarne i comportamenti può insegnarci parecchie cose. Se i gatti ci vedono al buio è perché sanno sfruttare anche una minima porzione di luce, allo stesso modo potremmo imparare a fare noi umani nell’affrontare situazioni apparentemente oscure e perciò spaventose. Se le cadute sono inevitabili per noi come per i gatti, e bisogna mettere in conto le sconfitte nel gioco dell’esistenza, possiamo pur sempre apprendere dai nostri felini come fare per cadere ritrovandoci in piedi. Anche noi abbiamo le nostre “antenne”, come i gatti hanno le vibrisse, ma loro possono insegnarci molto su come usare al meglio la sensibilità che ne deriva, così come possono insegnarci a drizzare il pelo in certe occasioni. Sono alcuni dei paragoni tra le condizioni di vita gattesca e la psicologia umana presentati nel libro, dove vengono affiancati anche da casi clinici. Gli amici a quattro zampe ci possono offrire una lezione di equilibrio e saggezza con i loro atteggiamenti schivi ma comunicativi, con la loro apparente pigrizia e apparente aggressività, con il loro desiderio di sovrastarci e le loro infinite risorse, con la loro sapiente capacità di mantenere la giusta distanza e vicinanza. Basta cercare di comprendere le ragioni che muovono queste misteriose tigri in miniatura per vedere gli eventi e i problemi sotto una luce nuova. Contemplare le scelte del gatto può essere  molto più istruttivo di tante parole.


In questo volume dell’autore Matteo Rampin, scritto in collaborazione con Laura Fanna e Matteo Loporchio, viene sottolineata l'affinità segreta tra comportamento umano e comportamento felino. Una raccolta di aneddoti, nozioni scientifiche e curiosità di argomento gattesco, che suggeriscono considerazioni utili in alcuni frangenti della vita di tutti i giorni. Espedienti e strategie per risolvere le varie difficoltà; le metafore feline usate più spesso.
Scritto da esperti del settore, questo libro apre la strada alla riflessione. Con esempi pratici, tratti dalla loro esperienza lavorativa, con il supporto dei gatti al fine di rendere più efficace la terapia psicologica, si giunge alla risoluzione dei problemi.
Consigli utili da mettere in pratica semplicemente osservando i nostri amici quattrozampe, cogliendo particolari che si danno per scontati, ma che, in una chiave di lettura diversa, rappresentano molto di più: un aiuto concreto per affrontare la quotidianità.  
Ho sempre pensato che il fatto stesso di doversi prendere cura di un cucciolo distolga l'attenzione dai propri problemi per concentrarsi sul piacevole compito. Chiaramente, questo è un aspetto che si può estendere a tutti gli animali, ma per me i gatti hanno una marcia in più. Non per niente, condivido i miei spazi (o forse dovrei dire il “loro” spazio) con cinque pelosetti.
Per concludere, il messaggio che lancia questo libro è di adottare un gatto, risolverà i vostri problemi di natura psicologica e non avrete bisogno di andare da uno psicoterapeuta 😂. No, dai, scherzo... Anche se forse... 😉 Niente, continuo a essere di parte.
Lettura consigliata.


giovedì 21 marzo 2024

RECENSIONE "LE ANIME PURE" di Elisa Mura

 

Buongiorno follower!
Andrea Macciò ha letto per noi "Le anime pure
dell'autrice Elisa Mura.



Titolo: Le anime pure 

Autore: Elisa Mura

Genere: Giallo - Storico

Disponibile in ebook a € 1,99 

E in formato cartaceo a € 7,28

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Edward, un instancabile uomo votato ad aiutare il prossimo, perde casa e lavoro da un giorno all’altro ed è costretto a trovarsi una sistemazione al più presto. Durante il suo cammino, viene a conoscenza di Southfield Park, una tenuta di campagna bisognosa di aiuto dove, frequentemente, appare il fantasma di una donna.
Edward decide di andare a indagare, proponendosi come domestico e la sua storia si intreccerà con quella di Sebastian: un uomo tormentato dalla scomparsa della moglie, morta in tragiche circostanze. Tra fenomeni sovrannaturali, morti inspiegabili, maggiordomi insopportabili e amori incontenibili, Edward, con l’aiuto di sua figlia, Adele, cercherà di riportare la serenità in quel luogo tetro e di svelare misteri sempre più intricati.

Le anime pure è un romanzo che unisce intrecci differenti tra di loro: il sentimento romantico, il mistero, il sovrannaturale e il tormento per la perdita della persona amata. Vi sono, però, molti punti che li unisce, come il destino e l’importanza degli incontri che cambieranno, inesorabilmente, la vita di tutti i personaggi di questa storia.
Niente, però, nulla sarà lasciato al caso. 



Le anime pure. Southfield Park è il primo romanzo dell’autrice Elisa Mura, disponibile oggi in una nuova edizione e con una nuova cover. 
È la storia di Edward, un uomo che, trovatosi improvvisamente senza casa e lavoro, viene a conoscenza dell’esistenza di Southfield Park, una tenuta “infestata” dal misterioso fantasma di una donna, che però solo alcuni riescono a vedere. È forse la moglie del proprietario, Charlotte, uccisa in circostanze misteriose per il delitto del quale si è autoaccusato (forse per coprire qualcun altro) un ex dipendente della tenuta, il giovane William?
Nella tenuta abita anche la sorella di Sebastian, la giovane e apparentemente fragile Louise. 
Edward si stabilisce a Southfield Park assieme alla figlia Adéle, per lavorare come domestico, e intanto iniziano entrambi a indagare sulla misteriosa presenza “soprannaturale”. La donna che appare è una presenza malevola oppure è solo un’anima inquieta che vuole comunicare qualcosa?
Le anime pure. Southfield Park è un romanzo ambientato nell’epoca vittoriana inglese, nel quale si intrecciano il romance, con gli amori tormentati dei personaggi, il giallo, con l’indagine sull’omicidio di Charlotte, la moglie del proprietario della tenuta Sebastian, e il fantasy con sfumature “horror” con l’incombente presenza del fantasma dell’inquieta donna di Southfield Park. Un mix di generi che un’autrice dalla fervida fantasia, molto abile nel variare ambientazioni e atmosfere dei suoi romanzi, riesce a rendere alla perfezione, sempre attraversato da una costante vena di ironia che caratterizzerà anche i suoi romanzi successivi. Il titolo è “misterioso” come la trama del romanzo: chi sono davvero “le anime pure”? Il libro è impreziosito da una “postfazione” nella quale l’autrice approfondisce attraverso le sue memorie uno dei personaggi più controversi e affascinanti del romanzo, quello di Louise.
Un esordio davvero interessante, per chi ha letto questo romanzo conoscendo già molte delle opere dell’autrice Elisa Mura, è piacevole riconoscere in “Le anime pure-Southfield Park” i temi e lo stile inconfondibile che la caratterizza. La nuova cover è meno “gotica” di quella originaria, incentrata a differenza della prima più sugli affascinanti protagonisti che sulle atmosfere, e più affine al gusto estetico contemporaneo, anche se in realtà dalla prima edizione sono passati solo pochi anni (era il 2016).


mercoledì 20 marzo 2024

RECENSIONE "L'ETÀ FRAGILE" di Donatella Di Pietrantonio

 

Buongiorno follower!
Recensione: "L'età fragile" dell'autrice Donatella Di Pietrantonio, 
edito Einaudi Editore. A cura di Giorgia Spurio.


Autore: Donatella Di Pietrantonio

Genere: Narrativa

Casa editrice: Einaudi Editore

Disponibile in ebook a € 9,99

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Non esiste un'età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c'è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent'anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c'erano tutti. I pastori dell'Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c'erano più.

Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c'è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c'è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un'occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova. 

L'età fragile di Donatella Di Pietrantonio, edito da Einaudi, racconta alcune fasi della nostra età, tappe della nostra vita, tra giustizie e ingiustizie, tra ricordi belli e cicatrici.
C'è un silenzio che si porta dietro la montagna, una voce fatta di eco e di voci che rivivono tra le rocce del Dente del Lupo nella Maiella. 
C'è lo stesso silenzio nel rapporto tra genitori e figli quando i figli crescono. 
C'è Lucia, giovane che aveva lo stesso distacco con i suoi. C'è Amanda, la figlia cresciuta, che sceglie anche lei il silenzio con sua madre Lucia, quella stessa Lucia che sembra aver dimenticato la sua giovinezza.
C'è l'Abruzzo con i suoi aspetti contrastanti tipici della cultura contadina: la saggezza, l'orgoglio, il riserbo, la pazienza e il furore. 
È la terra dei pastori con i fucili e dei pastori che scrivono poesie. 
Amanda e Lucia si incroceranno di nuovo tra sguardi schivi? 
Da anni Lucia è come se si sentisse a metà, incompleta, con una promessa non mantenuta: una giovane sposa che "ha esaurito il coraggio, i sogni".
Si può ancora credere in qualcosa e combattere per questo?
A volte è la stessa natura che senza eclatanti eventi ci raggiunge con i suoi messaggi simbolici. Arriva potente per poter rinascere.
Questo libro parla anche dei diversi che scelgono il bosco, che rifiutano la vita urbana, la vita umana, prendendosi delle colpe non proprie, a causa della propria diversità.
E si parla della paura, quella che non ti aspetti, quella che arriva all'improvviso nel posto che chiami casa. È lo shock che colpisce un'intera comunità.
Dove veramente possiamo essere al sicuro?
Quanto male possiamo farci perché ci sentiamo in colpa per essere stati definiti dei sopravvissuti? 
È una colpa sentirsi in colpa?
È una colpa fuggire? È una colpa avere paura?
È una colpa se scappiamo dalla morte e ci aggrappiamo alla vita?
L'età fragile lascia i suoi interrogativi e travolge il lettore.


lunedì 18 marzo 2024

RECENSIONE "IO NO (EX-IO) di Valeria Raimondi

 

Buongiorno follower, buon inizio settimana.
Recensione: "Io no (ex-io)" dell'autrice Valeria Raimondi, raccolta poetica 
edita Puntoacapo Editrice. A cura di Andrea Macciò. 



Titolo: Io no (ex-io) 
Autore: Valeria Raimondi

Genere: Raccolta poetica

Casa editrice: Puntoacapo Editrice
Collana: Intersezioni

Disponibile in formato cartaceo a € 12,00

Contatti autore: Facebook 





Io no (ex io) di Valeria Raimondi è una silloge poetica uscita per la prima volta nel 2011 e ripubblicata a ottobre 2023 per la collana “Intersezioni” di Puntoacapo Edizioni.
Il percorso di Io no (ex io) si dipana in sette sezioni o canti che raccontano con un linguaggio poetico aspro e scarnificato, talora iperrealista nella descrizione di alcuni dettagli, la storia di un Io che sorvola l’abisso in bilico tra ascesi e auto-distruzione. L’autrice svolge anche la professione di infermiera e la raccolta nasce dalla suggestione di un evento vissuto, la storia di una ragazza affetta dal disturbo alimentare dell’anoressia. 

Oggi è mai più (...) la gioia è mai più/ mai più il lamento la scala la noia/ mai più gli occhi il ventre la mano/mai più il giorno la notte la voglia. Ex-io, ex-tu, ex-voi. Svendita totale-totale rinuncia. Anorexia. Oggi è mai più.

Nel primo canto, Curar(se), il percorso emotivo è quello del tentativo di uscire da sé stessa della voce narrante, da quando la bambola si è rotta/spezzato l’ingranaggio la tensione che sentiamo è quella all’annullamento del corpo e della carnalità per sentirsi con l’anima più vicina al cielo. Con Nutrir(se) le poesie con una descrittività quasi iperrealista evocano il rapporto tra la voce narrante e la tentazione del cibo e della tigre-fame. Con Ex voi viviamo il rabbioso distacco della voce narrante dal resto del mondo; razze di vuoti a perdere è una delle invettive lanciate contro un immaginario voi, con Ex tu entriamo nel tormento della voce narrante nel cercare di liberarsi dal desiderio sessuale e dalla ricerca dell’amore. 

Ambire a un amore a un figlio a una vita (una bestemmia al cielo questo desiderare) ambire solo a un bacio un bacio dato gratis e stento a non amarti, a non cessare il vizio di cercarti

Con Ad(dio) e Speranze d’Essere si mescolano la ricerca dell’annullamento con un afflato mistico e religioso, e con la fame d’amore alla quale sono associati i disturbi alimentari. 

Un po’ d’amore anche piccolo, storto, malato, un po’ d’amore chiedo. 

Un percorso che ci porta ai cinque componimenti isolati Sogni e al canto finale Mostri nel quale la voce narrante riemerge da sopravvissuta all’abisso interiore che ha attraversato. 

Sono un pericolo, una mina vagante, ho conosciuto il dolore che uccide e sono sopravvissuta (…) sono stella caduta angelo ripudiato terrificante dea.

Solo nell’ultimo componimento è l’autrice a parlare in prima persona, rivolgendosi alla protagonista alla quale ha dato voce. 

Vorrei salvarti, ma non è in mio potere. Ti regalo una voce.

La raccolta di Valeria Raimondi, come affermato nella post-fazione di Maria Sardella, è parte di una poesia contemporanea sempre più lontana dal facile lirismo, che oggi è diventata il linguaggio elettivo per sfrondare la scrittura dall’inessenziale e dal decorativo, alla ricerca dell’essenza. L’autrice riesce a raccontare con gli occhi di un’altra l’ostico tema dell’anoressia e dei disturbi alimentari, diffuso in particolare nelle fasce giovanili e tra le ragazze, che vivono spesso in questa fase i sentimenti contrastanti tra rabbiosa estraneità al mondo, afflato all’annullamento fisico e alla trasformazione in essenza spirituale e fame d’amore che Valeria Raimondi riesce a riportare al lettore con una sorprendente intensità emotiva. 
È possibile leggere questo percorso poetico anche a livello metaforico, e interpretare l’anorexia del primo componimento come una metafora della Poesia, un linguaggio che nel mondo contemporaneo sembra avere uno spazio sempre più ristretto, portando chi la pratica a sentire lo stesso abisso della voce narrante? Forse è possibile leggere Io no (ex io) anche in questo senso, vista l’intensità emotiva e l’immedesimazione tra autrice e voce narrante che si percepisce in molti passi. 
Una lettura non facilissima, ma di grandissima intensità emotiva, che non lascerà sicuramente indifferente chi legge. Parlare di un disturbo psico-somatico come l’anoressia con un linguaggio poetico ha permesso all’autrice di dare voce alla sua protagonista e a far vivere chi legge assieme a lei il suo contradditorio percorso di sorvolo dell’abisso, che forse è lo stesso di chi fa poesia. Il linguaggio è interessante, passionale e innovativo, a volte iperrealista e descrittivo, con uso frequente di neologismi.


venerdì 15 marzo 2024

RECENSIONE "ISOLATI E CONTENTI" di Ilaria Carioti

 

Buongiorno follower, buon venerdì!
Recensione: "Isolati e contenti" dell'autrice Ilaria Carioti.
A cura di Franca Poli.



Autore: Ilaria Carioti

Genere: Commedia romantica

Disponibile in ebook a € 1,99

E in formato cartaceo a € 11,44

Contatti autore: Facebook - Instagram 



TRAMA:

Cosa potrebbero avere in comune Jeff Del Drago, giornalista satirico super sexy, e Alice, aspirante suora?
Apparentemente nulla.
Con una pandemia in arrivo però tutto è possibile.
L’isolamento forzato costringe entrambi a rifugiarsi sull’isoletta di San Biagio, insieme a Giordano, amico fraterno di Jeff, e sua moglie Elisa, sorella di Alice.
Jeff promette a Giordano di girare alla larga da sua cognata, ma San Biagio è davvero troppo piccola per mantenere le distanze…
Alice e Jeff, benché ai poli opposti, costretti alla vicinanza imparano a conoscersi e scoprono di non essere poi tanto diversi.
Le complicazioni però sono dietro l’angolo, soprattutto quando Elisa propone a Jeff di sedurre sua sorella per distoglierla dai suoi progetti clericali… ma si sa, gli inganni sono fatti per essere scoperti.
Alice, delusa e arrabbiata, lascia l’isola.
Sarà disposto Jeff a mettere da parte l’orgoglio per seguirla in capo al mondo?
Tra dialoghi spassosi, ironia quanto basta e tanti spunti di riflessione, “Isolati e contenti” accompagna il lettore in un viaggio tutto da scoprire. 



Inizio con il dire che i due protagonisti di questo libro non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Per loro vale il detto “essere come il diavolo e l’acqua santa”. Infatti lui, Jeff, è un giornalista satirico oltre ad essere un incallito playboy, mentre lei, Alice, dopo una tragedia familiare ha deciso di farsi suora.
Il loro incontro avviene durante il lockdown dovuto al Covid. Si trovano entrambi in isolamento a San Biagio, una piccola isola che si trova di fronte a Napoli di proprietà della famiglia del migliore amico di Jeff, nonché cognato di Alice, Giordano.
Il libro è sì ambientato in un momento storico molto particolare, però ci sono solo degli accenni alla pandemia. L’autrice, pur non sottovalutando il dolore e la paura del periodo, è riuscita a scrivere una storia piacevole da leggere. Il tutto grazie al luogo scelto dai nostri protagonisti per trascorrere l’isolamento: un’isoletta dove c’è solo la casa padronale e la depandance del custode. L’ansia e la paura si stemperano grazie alla bellezza delle albe e dei tramonti, all’azzurro del mare e alla pace degli uliveti.
I due protagonisti sono stati caratterizzati con molta cura. L’autrice ha dato loro il giusto equilibrio e armonia, il candore e la passione, la perspicacia e la sfrontatezza. Inoltre, ha fatto sì che si evolvessero piano piano, senza fretta e senza lasciare nulla al caso. 
Discorso analogo per i personaggi secondari: il cognato e sorella di Alice, i domestici, suor Celeste e altri hanno contribuito a rendere questa storia credibile e leggera, nonostante l’argomento trattato.
I dialoghi, dal ritmo incalzante e avvincente, sono ironici, taglienti e in grado di pungolare il lettore portandolo a riflettere su molteplici argomenti. 
La narrazione avviene in prima persona con il pov alternato dei due protagonisti principali, Jeff e Alice. Ho apprezzato molto le illustrazioni in bianco e nero, disegnate dalla stessa autrice, che si trovano a corredo della storia, che impreziosiscono e rendono più interessante ed emozionante il libro. Per quanto riguarda l’ambientazione, beh, quella mi ha fatto sognare ad occhi aperti. Deve essere molto bello trascorrere del tempo su un’isola privata assieme alla persona amata, assistere al sorgere del sole e al suo tramonto, passeggiare tra gli uliveti, rilassarsi in mare facendo snorkeling...
Riassumendo, la lettura di questo romanzo risulta piacevole e spassosa, non priva di spunti di riflessione.
Concludo facendo i miei complimenti a Ilaria Carioti. 
Libro decisamente consigliato da parte mia.